Il fine del prelievo è rifondere la SIAE del danno economico subito a causa delle mancate vendite derivanti dalle copie private: in Italia infatti vi è la "...possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore. In questo modo ognuno può effettuare una copia con grande risparmio rispetto all’acquisto di un originale..." (fonte: sito SIAE).
Ora i problemi che questo meccanismo di compenso viene a creare sono molteplici e perversi.
Il primo è ovvio: sta nel prelevare soldi indistintamente sia da chi utilizzerà un computer e un masterizzatore per crearsi la copia di centinaia di DVD reperiti chissà dove su Internet (creando un danno economico di migliaia di euro) e chi invece utilizzerà la stessa tipologia di apparecchiature per memorizzare il battesimo del figlio, la tesi di laurea o le fatture del negozio dei genitori.
Seguendo lo stesso principio chissà che in futuro non si tassino i motorini per risarcire gli anziani scippati dai centauri delinquenti... certo, allora diventerebbe però anche legale derubarli "ad uso privato".

Tutti felici?
Non proprio, perchè gli altri clienti inizierebbero via via a rifiutarsi di pagare le mele (prima le singole mele, poi intere cassette), e così l'"equo compenso" da applicarsi sulle persone oneste, sulle società private o sugli enti pubblici e governativi continuerebbe a salire a dismisura, in una spirale senza fine.
Ritorniamo a noi, e pensiamo a cosa finirebbe col comportare il persistere di una legge come quella attuale: un pesante danno economico a chi utilizza le moderne tecnologie per lavorare, produrre innovazione, muovere capitali e attivare l'economia.
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