28 giugno 2011

Videogiochi violenti e minori negli USA

Duke Nukem sul trono, con sigaro, pistola e donne
Strano paese, gli Stati Uniti d'America.

I giudici della Corte Suprema annullano, in nome della libertà d'espressione, il divieto di vendita ai minori di videogiochi violenti. Tra le motivazioni c'è anche quella che riconosce a questo tipo d'intrattenimento un'unicità che impedisce di regolamentarlo con lo stesso metro di misura utilizzato per film, libri, riviste e musica.

Tale considerazione dovrebbe spingere a una riflessione che porti in qualche modo a ridefinire ciò che riteniamo, in ambito videoludico, immorale o inadatto ai più giovani? Forse effettivamente negli USA sono troppo bacchettoni?

Più che altro sembra che i giudici abbiano ignorato le potenzialità di una certa caratteristica “unica” dei videogames, e che abbiano finito per favorire le software house a tutto discapito dei soggetti più deboli, e cioè i bambini e i ragazzini.

Nei poco più dei trent'anni di vita dei videogiochi si è assistito a una continua e costante evoluzione volta al raggiungimento del realismo estremo, al punto che i più potenti computer casalinghi nella stragrande maggioranza dei casi non vengono utilizzati per creare disegni, elaborare filmati o comporre musica e testi, e nemmeno per complicate elaborazioni scientifiche... bensì per giocare.
I processori multicore e i giga di RAM servono per foraggiare GPU che spesso superano, per capacità e complessità costruttiva, le CPU con le quali “convivono”.
E questo per generare mondi immaginari oramai fotorealistici dove, in alta risoluzione, tutto è possibile.

Si è detto che in America non c’è tradizione alcuna che limiti l’accesso dei bambini alla violenza, come dimostrano tante favole in cui vengono perpetrati (o si tenta di perpetrare) crimini e cattiverie indicibili (la regina avvelena Biancaneve, il lupo si divora la nonnina, Hansel e Gretel dovrebbero essere mangiati dalla strega, ecc.).

Peccato che ogni favola abbia una morale, un insegnamento.
Vedere Duke Nukem che espleta le proprie funzioni corporali, assume steroidi o gioca a mo' di macaco ritardato con degli escrementi che insegnamento fornisce? Che è un tipo "forte" perchè dispone di un paio di pollastre disposte a tutto?
O assistere mentre Kung Lao disseziona - tramite il fido copricapo - il malcapitato avversario partendo dai genitali è istruttivo? Divertente? Forse un umorismo macabro c'è, ma un bambino è in grado di coglierlo, e soprattutto nella maniera corretta? [ammesso che ci sia]

Se un libro o un film portano il lettore o lo spettatore a "vivere" una storia secondo il percorso guidato e predefinito dallo scrittore o dal regista, lasciando poi spunti di riflessione sull'argomento, i videogiochi, da qualche generazione a questa parte, forniscono esperienze (il giocatore partecipa attivamente agli eventi) che possono non essere adatte ai più giovani... o non essere semplicemente e moralmente accettabili.
Andare in giro a rubare macchine o a commettere ogni tipo di crimine può costituibuire in qualche modo a una qualche crescita interiore?

Si potrebbe affermare che un bel gioco dovrebbe in fin dei conti far divertire, prima di tutto. E magari far divertire e basta. Costituire un passatempo. E sia, ma in ogni caso qualcosa che appiattisce la gravità del commettere atti considerati deprecabili da qualsiasi cultura, mediante la ripetizione meccanica degli stessi non può essere propinato, in nome della libertà d'espressione di questo o quel game designer, ai più piccoli.

Tornando al realismo c'è da dire che c'è modo e modo di rappresentare le medesime cose e identici fatti. Riprendendo l'esempio di Biancaneve: c'è quello "alla Walt Disney", e quello "alla Robert Rodriguez", dove la poverina prima di cadere a terra vomita schiuma verdastra, si contorce per i dolori al punto di rompersi i denti, ha sfoghi di sangue dalle orbite oculari. Fareste vedere la seconda scena a dei poveri infanti? Non credo. Eppure la storia è la medesima.

Dicevamo che gli Stati Uniti d'America sono uno strano paese.
Anche l'Italia non scherza però.
In piena fascia protetta, in occasione del lancio di questo o quel videogioco, è possibile ammirare sulle emittenti nazionali avvisi pubblicitari di software classificati PEGI 18+ (destinati ad un solo pubblico adulto), senza che nessuno dica niente!

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...