07 aprile 2010

L'etica del blog

etica coscienza uomo angelo diavolo
Avete un blog, o un sito web, o avete intenzione di aprirne uno a breve? Vi siete mai chiesti cosa questo comporti e se gli esempi dati da diversi blogger "di successo" sia corretto?

Si, perchè dopo aver scelto il nome, registrato il dominio (o non averlo fatto non è fondamentale, in fondo), installato il template che più vi aggrada e fatto la pubblicità che ritenete opportuna (adwords, blogroll, aggregatori e motori di ricerca) arriva il problema di cosa inserire nei benedetti post che comporrano il blog.

Sembrerebbe assurdo doverlo ribadire, ma Internet è costituito in primo luogo di persone, e non da macchine e dispositivi elettrici di vario tipo, quindi ciò che facciamo quando siamo in rete finisce sempre per influenzare gli altri. Nel bene e nel male. Direttamente e indirettamente.

Inoltre, il più delle volte, quando si pubblica qualcosa non si ha la minima idea di chi sia il potenziale lettore... è lì a disposizione di tutti... questi potrebbe essere un pensionato, un dodicenne, una casalinga o un professionista del crimine. Capita spesso di vedere "tranquilli" blog che insegnano come violare una rete wi-fi in 5 minuti, che distribuiscono crack di questo e quel programma commerciale, che spiegano come aggirare la protezione dell'ultimo videogame o del sistema di protezione di Megaupload. Tutte cose che certamente aiutano a innalzare il numero di visitatori, ma con quali conseguenze?

Vedersi il disco fisso raso al suolo perchè il teenager del piano di sotto ha provato il programmino per intrufolarsi nella nostra rete wi-fi non è certamente piacevole per nessuno, tantomeno vendere meno copie del programma la cui realizzazione tanto ci ha fatto penare, e i servizi on-line i cui introiti diminuiscono troppo finiscono inesorabilmente per essere chiusi. Ci si sente migliori ad essere la causa - o aver comunque contribuito - all'accadimento di questi eventi?

etica gruppo persone stilizzato

Esiste un altro tipo di deprecabile comportamento che ogni creatore di contenuti si trova, presto o tardi a dover fronteggiare, il furto di materiali: avete un'idea di quanta rabbia si possa provare nel vedere quel post di cui andavate tanto fieri su un altro blog, che per giunta nemmeno vi cita? Il web dei motori di ricerca, anzi DEL motore di ricerca (leggi Google) è schiavo del pagerank, quindi esiste pure il rischio che il ladro ottenga una posizione nelle liste di risposta alle interrogazioni fatte dagli utenti migliore della vostra. Ciò soffoca gli autori di valore e privilegia quelli senza scrupoli, che si limitano a cambiare le prime tre righe degli articoli di altre persone.

Concludo con il "furto" degli argomenti, causa di un'inutile ridondanza di informazioni e che finisce per danneggiare - ancora una volta - i blogger. Ovvio che il fatto che un "collega" abbia trattato un dato argomento non può (e non deve) dargli l'esclusiva sullo stesso, ma se non ho niente da aggiungere a quanto da lui scritto, o se non vedo la cosa da un punto di vista diverso, creare un post similare non finirebbe per far altro che sminuirlo e privarlo di visitatori potenziali.

Il numero di visitatori giornaliero indica quindi necessariamente se un blogger è migliore di un altro?

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...