04 giugno 2010

Il nucleare dell'oncologo

Secondo il Governo Berlusconi il consenso dei cittadini italiani alla costruzione di nuove centrali nucleari dipende unicamente dalla mancata presenza, sino ad ora, di una adeguata campagna pubblicitaria.
Ecco allora scendere in campo nientemeno che un oncologo del calibro del Prof. Umberto Veronesi, un medico a cui moltissime persone devono la vita, pronto a esporre dalle pagine del settimanale Grazia la sua opinione in merito a quanto sia rispettosa dell'ambiente la produzione di energia dall'atomo.

Non ce ne voglia il Prof. Veronesi... ma forse sarebbe stato più corretto scegliere come testimonial qualcuno più competente in materia? Qualcuno magari dotato di esperienze sul campo anzichè unicamente di opinioni, seppur certo rispettabili?

Un fisico? Un premio Nobel come Carlo Rubbia? Qualche scienziato del CNR? No. Un medico.
Un luminare nel suo campo, ma che non ha la minima competenza nel settore energetico, tanto che definisce il sole "...una immensa centrale [nucleare]", tralasciando il fatto che su tale stella non sono presenti reazioni di fissione (utilizzata nelle odierne centrali) ma di fusione (ben diversa e ad oggi non utilizzabile in nessun impianto).

Eccolo portare come esempio da seguire la Francia, un paese che produce certamente il 75% dell'energia elettrica a mezzo di centrali nucleari, ma che:
  1. non diffonde alcun dato sui costi, essendo la filiera atomica - in quel paese - strettamente legata al settore militare;
  2. ha sepolto 300 milioni di tonnellate di rifiuti radiottivi sotto strade, parcheggi, nei pressi di campi sportivi e via discorrendo;
  3. ha "smaltito" tonnellate di scorie radioattive abbandonandole in Siberia o inglobandole nel manto bituminoso utilizzato per asfaltare alcune strade sudafricane;
  4. è l'unica nazione al mondo che ritiene sicuri i reattori EPR (gli stessi che si intenderebbe installare in Italia);
  5. ha taciuto, anche recentemente, riguardo incidenti occorsi ai suoi impianti (se ne sono dovuti accorgere tecnici svizzeri e italiani).
Veronesi parla di messa a punto di "...tecnologie di smaltimento ad altissima sicurezza..."... faccio presente che stoccaggio (conservazione) e smaltimento (eliminazione) sono due cose estremamente diverse.

Ad oggi esistono unicamente efficaci (e costosissime) tecniche di stoccaggio temporaneo.
Temporaneo perchè se il contenitore in cui le scorie vengono sigillate ha una durata, ipotizziamo, di un centinaio d'anni e il materiale in esso contenuto rimane radiottaivo per millenni sarà necessario procedere a costose e pericolose movimentazioni dei fusti, risigillature, forniture di nuovi involucri e via di questo passo. Tenendo presente che non dobbiamo considerare come rifiuto da stoccare unicamente il residuo del combustibile esausto ma tutta la struttura della centrale, tutte le attrezzature e i materiali venuti con questa a contatto nella fase di demolizione.

E' un dato di fatto che l'energia nucleare è estremamente antieconomica, pericolosa (che dir se ne voglia), non voluta (qualcuno si ricorda di un certo referendum?) e conveniente unicamente per chi lucra sulla costruzione degli impianti.

Se avessi bisogno di un'otturazione non mi rivolgerei certo al mio falegname, per quanto talentuoso e acculturato possa essere, così come se mi fratturassi un braccio non correrei dal meccanico, per quanta fiducia possa riporre in lui... per qualcosa di così delicato come l'energia nucleare era il caso di contattare un medico?

1 commento:

Chiprotesta ha detto...

Contrariamente a quanto sostenuto dal governo il rifiuto del nucleare in Italia non è dovuto a scarsa pubblicità(fuorviante) ma al fatto che gli italiani sono molto più informati sui pericoli del nucleare di quanto si voglia pensare.
Ci hanno preso tutti per un branco di ignoranti e che non sanno cosa succede al di la del loro naso.
Si sbagliano. Siamo molto più informati di quanto credono (almeno fino ad una certa soglia di età), più di loro e diciamo NO AL NUCLEARE consapevolmente.
(mi accorgo adesso che il post è di qualche mese fa .... ma è sempre di attualità e bisogna stare all'erta)

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