05 febbraio 2014

Nessuna tassa sui telefonini

Tranquilli, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha comunicato, a mezzo del suo Ufficio Stampa, che a differenza di quanto si dice in giro non ci sarà nessuna tassa sugli smartphone.
Hanno ragione... però preparatevi a pagarla lo stesso. Chiamandola con un altro nome!

Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo precisa che, rispetto alle notizie uscite a mezzo stampa su una nuova “tassa sui telefonini nei prossimi giorni”, non è prevista nessuna tassa su smartphone e tablet e le ipotetiche tariffe pubblicate in merito agli aumenti di costo sono infondate.
La norma a cui si fa riferimento è quella relativa all’equo compenso per i produttori di contenuti, regolata attraverso decreto ministeriale, in attuazione di una norma vincolante europea che impone rinnovi triennali..
In sostanza: non chiamatela tassa... si tratta dell'equo (?!?) compenso: un odioso e insensato balzello di cui ci eravamo occupati  già all'inizio del 2010, e che avrebbe come beneficiario unico la SIAE.

E siccome le cose bisogna farle bene, dato che l'importo dovuto per l'equo compenso sarà “sostenuto” dai produttori di dispositivi elettronici (e da questi poi scaricato sul prezzo finale degli apparecchi), sui quali verrà applicata l'IVA, una persona qualsiasi dovrà pagare un'imposta sui compensi di una società che non gli appartiene, per la quale non lavora e che non cura i suoi interessi.

Ma come vanno spartiti gli introiti dell'equo compenso? Il 25% ai produttori di materiale audio, il 25% agli autori di contenuti audio, il 30% agli autori di materiale video e il restante 70% va spartito equamente tra i produttori di videogrammi, gli interpreti e i produttori dell'opera originaria... cioè.... io mi compero uno smartphone e circa un Euro potrebbe andare a George Clooney o al cast di Beautiful? Perché? Sono andati loro a scavare i giacimenti di coltan? O nel tempo libero, per arrotondare lo stipendio, si dilettano a scaricare i camion della Samsung?

Ma, secondo il ragionamento del legislatore, io col telefono o il PC potrei copiarmi l'e-book contenente le memorie di Fabrizio Corona (come no?), indi devo pagare qualcosa che vada pure a lui.
Chiaro.

Alla SIAE usano la carta? Nelle stampanti, per gli imballaggi... bene. Io ho scritto un piccolo romanzo, e le cinque persone a cui lo ho dato da leggere lo hanno sempre sul comodino: è così noioso che lo usano al posto delle pastiglie contro l'insonnia. Alla SIAE però potrebbero copiarne alcune parti utilizzando la carta per imbustare le lettere... Esigo quindi che versino a me un equo compenso! Eh, non sono un produttore di contenuti io? Loro non potrebbero usare la carta per produrre copie personali della mia opera? È giusto che paghino quindi!
Oppure, perché quando acquistano un'auto nuova il concessionario non può imputargli, oltre al prezzo pattuito, anche 750 € di multe da pagare in anticipo? Dopotutto con l'auto potrebbero infrangere il codice della strada.

Ah, un'ultima cosa. 750 € sul valore di un'utilitaria sono, in proporzione, pressapoco quanto si verrebbe a pagare l'equo compenso rispetto al prezzo di alcuni prodotti elettronici.


N.B.: Non abbiamo nulla contro Mr. George Clooney, è stato usato solo come esempio.

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